lunedì 22 marzo 2010

Zanza per Roberto




PARTECIPAZIONE E TRASPARENZA, REGOLE FONDAMENTALI


La Senigallia del futuro ha bisogno di regole e percorsi che favoriscano effettive e trasparenti pratiche di democrazia partecipata, per individuare i problemi e trovare le soluzioni condivise. Trasparenza e partecipazione sono i principi guida su cui, secondo noi, un'amministrazione deve fondare il governo della città.

Per questo, attueremo percorsi partecipativi basati su una corretta e piena informazione in merito alle scelte da adottare, in modo tale che, dopo essere state giustamente vagliate dai cittadini, vengano concretizzate dall’Amministrazione.

Il principio ispiratore di una buona amministrazione consiste nel privilegiare l'interesse pubblico e non quello privato: la città non è di proprietà di chi la governa, quindi deve essere amministrata attraverso una gestione trasparente e democratica.

E non ci stiamo inventando nulla. Un esempio pratico è la legge regionale toscana, che prevede che, quando un ente o un soggetto privato vogliano realizzare un’opera, si apra un confronto con i cittadini (con un dibattito pubblico) per mettere in discussione la stessa possibilità di realizzarla oppure che sia possibile cambiarla e farla così scorrere più tranquillamente, perché conosciuta e condivisa, nelle varie tappe dell’iter che dovrà seguire. E non è certo questa pratica ad allungare i tempi, non sono certo sei mesi di discussione (tanti ne prevede al massimo la legge toscana) a provocare un dannoso rallentamento. Si potrebbe tranquillamente fare anche qui da noi (immaginiamo se l’Amministrazione avesse coinvolto la cittadinanza nella gestione dell’affair Complanare…ci saremmo risparmiati lacerazioni che stanno diventando devastanti).

Per quanto riguarda le decisioni da prendere, le Pubbliche amministrazioni locali e regionali impiegano anni per deliberare su alcune opere complesse e quando si arriva alla fase finale si pretende che i cittadini (fino a quel momento quasi all’oscuro o sommariamente informati dei fatti) accettino le decisioni senza colpo ferire. E’ proprio in quel momento invece che si crea il cosiddetto “fronte del no”, con le sue motivazioni, rispettabili come quelle dell’Amministrazione e a volte anche più giuste e sensate.

La partecipazione è anche uno strumento di controllo sociale sull’operato della Pubblica Amministrazione. Se un progetto viene messo sotto osservazione da parte di qualche centinaia o migliaia di cittadini, sarà difficile che prenda strade diverse. Noi ci impegniamo, quando governeremo, a spiegare in maniera dettagliata il perché di certe scelte, garantendo gli strumenti affinché tale partecipazione non si risolva solo nel diritto/dovere civico di eleggere i propri rappresentanti in Consiglio, ma continui anche dopo.


Per fare ciò possono essere usati vari strumenti:

1) la pubblicazione degli atti amministrativi attraverso tutte le forme possibili (sito internet costantemente aggiornato) che permetta una costante comunicazione
tra il “palazzo” ed i cittadini;
2) la promozione di gruppi di lavoro, consulte, comitati, intesi come momento di rappresentanza sociale e di rapporto con le varie realtà locali;
3) la programmazione di incontri con la popolazione e di assemblee pubbliche (almeno due all’anno) su argomenti di particolare importanza nei quartieri e nelle frazioni. Un giro di incontri verrà svolto preliminarmente alla stesura del Bilancio Preventivo del Comune (Bilancio partecipato);
4) la riorganizzazione dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico che sarà un vero e proprio front office a disposizione dei cittadini per fornire informazioni sui servizi comunali, consulenza sulle pratiche amministrative in modo da orientare con efficienza gli utenti senza inutili odissee tra gli uffici, informazioni turistiche;
5) l’istallazione su tutto il territorio comunale di bacheche informative dignitose, curando il loro aggiornamento;
6) la semplificazione di tutte le pratiche amministrative e la piena valorizzazione e riqualificazione delle professionalità e potenzialità esistenti all’interno dell’organizzazione amministrativa, perché siano messe nella condizione di rapportarsi al meglio con le esigenze della cittadinanza.

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